Arquata del Tronto è collocata nella fascia di confine tra Marche, Abruzzo e Lazio. Dominato da un duplice scenario montuoso (i Sibillini e i monti della Laga), Arquata del Tronto è l’unico comune d’Europa il cui territorio rientra nell’area d’influenza di due parchi naturalistici, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga.
L’antico borgo s’impone con la rocca medievale che ancora oggi sembra dominare e controllare la Salaria.
Al di fuori del borgo, molto suggestive anche le sue frazioni sparse nel territorio circostante, come la frazione di Spelonga, un piccolo agglomerato, posto a 910 metri di altitudine che ancora conserva abitazioni del Cinquecento e in cui, ogni anno, nel mese di agosto si svolge la Festa Bella, la rappresentazione storica della battaglia di Lepanto del 1521: gli abitanti di Arquata parteciparono eroicamente strappando ai turchi una bandiera, ancora conservata nella chiesa di S. Agata, affrescata e decorata da altari cinquecenteschi.
Nella frazione di Capodacqua, oltre ad alcune vecchie abitazioni caratterizzate dal tipico ballatoio in legno detto “verdesca”, è possibile ammirare la seicentesca chiesa della Madonna del Sole, a pianta ottagonale, che all’interno ospita un affresco raffigurante l’Assunzione, attribuito a Cola d’Amatrice.
Nella frazione Faete, in una posizione panoramica e nascosta in un bosco di castagni, si trova la Chiesa della Madonna della Neve, una piccola chiesa con un ampio portico in facciata che conserva affreschi quattrocenteschi attribuiti a Pietro Alemanno e a Panfilo da Spoleto, probabilmente costruita in prossimità di un punto di raccolta della neve, utilizzata in passato per diversi scopi, come la conservazione degli alimenti.