Uno dei protagonisti più significativi della storia economica e antropologica di Castignano e dei suoi affascinanti dintorni è l’anice verde, la Pimpinella Anisum per gli studiosi.
Questa delicatissima e affascinante ombrellifera, da secoli apprezzata sia in gastronomia che in farmacopea, è arrivata dal Medio Oriente ad adornare l’articolato paesaggio di Castignano, località che vanta da moltissimi anni la produzione di anice verde più apprezzata per qualità organolettiche.
Tanto da diventare l’ingrediente prediletto, prima del mistrà (un distillato che per tradizione si realizza anche in proprio per distillazione alcolica e appunto aromatizzazione, a base di anice, altre erbe e frutti), e poi della famosissima Anisetta Meletti, che da decenni è tra i simboli internazionali della migliore italianità.
Oggetto di un’agricoltura accurata e paziente nei decenni passati, l’anice verde ha unito il suo nome e la sua fortuna a Castignano, che già aveva scoperto questa pianta e le sue virtù, al punto da farne la componente principale di preparati domestici di grande importanza per la vita quotidiana e per la salute, e da chiamarla “Oro Verde”.
Proprio a Castignano, dopo anni di sostanziale abbandono, si è tornati a parlare di anice verde grazie ad un progetto di qualità sostenuto da diversi soggetti scientifici e istituzionali, finalizzato al ripristino della coltivazione dell’anice e all’ampliamento della sua produzione.
L’anice verde di Castignano è una varietà particolarmente ricca di anetolo, la sostanza che conferisce il caratteristico profumo, e questo grazie al particolare microclima della zona, all’esposizione soleggiata dei terreni e alla leggera ventilazione.
Anis, Festival dell’Anice Verde di Castignano è un evento in programma dal 31 Luglio al 2 Agosto che nasce per diffondere la conoscenza dell’anice verde presso il grande pubblico e contribuire a far sviluppare il suo utilizzo in gastronomia, anche seguendo la nuova frontiera della birra artigianale.